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Sudafrica

Il territorio sudafricano è in gran parte formato da altopiani, il cosiddetto Alto Veld, che si innalza verso ovest, raggiungendo quote comprese fra i 900 e i 1900 m s.l.m.. Verso le coste l’altopiano presenta un orlo rialzato, detto Grande Scarpata, che si articola in diverse catene montuose separate da aree livellate dall’erosione (il principale agente modellatore del territorio, che non fu più interessato da ingressioni marine importanti dopo il Paleozoico). La Scarpata include a sud-ovest massicci isolati, come il cosiddetto Table Mountain (1914 m), un massiccio di arenaria che incombe su Città del Capo; a est e a nord si sviluppa invece in catene montuose importanti; le principali sono i monti Drakensberg (Monti dei Draghi), caratterizzati da effusioni basaltiche e cime che toccano altezze superiori ai 3000 m (la più alta è il Njesuthi, 3408 m), da cui si dipartono catene minori (Stormberg, Nieuwveld e Sneeuwberg). Sempre nella zona nordorientale si trovano anche i sistemi montuosi Swartberg e Langeberg. Al di là della Scarpata si estende la pianura alluvionale costiera detta Basso Veld, salvo nella zona della Penisola del Capo, dove le formazioni rocciose giungono direttamente all’Oceano in una successione di promontori con coste a falesia. Il centro del paese è in gran parte occupato dai bacini semi-desertici del Grande e Piccolo Karoo, che sfumano a nord-ovest nel deserto del Kalahari, condiviso da Sudafrica e Namibia.

Da un punto di vista geologico, il territorio del Paese poggia su uno zoccolo di rocce cristalline del Precambriano, venate da importanti filoni auriferi e uraniferi (concentrati nella regione del Witwatersrand, in Transvaal). Il Karoo ricopre questo zoccolo con sedimenti di età paleozoica e mesozoica in alcuni punti fino a 7000 m di profondità; anche questi sedimenti hanno un’importanza economica, essendo ricchi di carbone e di petrolio.

Idrograficamente, il Sudafrica è diviso in diversi bacini, ma quello principale è nell’Oceano Atlantico. Il fiume più importante è l’Orange (1860 km) a ovest, che nasce dal Lesotho e il cui vasto bacino (1020000 km²) corrisponde a buona parte degli altopiani; il fiume segna anche un tratto del confine con la Namibia. Il corso del fiume è però accidentato da rapide cascate che ne rendono difficile la navigazione. Tra gli affluenti dell’Orange hanno una certa importanza il Vaal (1200 km) e il Molopo (circa 1000 km) che segna per lungo tratto il confine con il Botswana ma è quasi sempre asciutto.

Nell’Oceano Indiano sfocia invece il Limpopo (1600 km), che divide il Paese dal Botswana; anch’esso impossibile da navigare. Gli altri fiumi nascono in genere nella Grande Scarpata e presentano un andamento normale alla costa; fra i molti è celebre il Tugela che si origina sulle Drakensberg, ai confini con il Lesotho, e forma le cascate omonime.
Tra i laghi del Sudafrica vi sono il lago Chrissie nel Mpumalanga, il lago Sibhayi, nel Kwazulu-Natal, il Groot Vloer, formato dal fiume Sak (che però è pressoché asciutto per gran parte dell’anno), e il lago Santa Lucia, nei pressi di Durban.
Fanno parte del Sudafrica anche diverse isole, tra cui le Isole del Principe Edoardo, circa 1770 km a sud-est di Port Elizabeth, e numerose minori lungo la costa.

Il clima del Sudafrica è notevolmente vario in rapporto sia alla grande estensione territoriale, sia all’altitudine, sia all’esposizione al mare. La latitudine subtropicale e il profondo influsso del mare sono all’origine del clima mediterraneo che caratterizza la parte meridionale del territorio, dove le temperature sono miti e le precipitazioni superano i 600 mm; le piogge sono legate all’avanzata di fronti freddi di origine antartica durante l’inverno, mentre quasi tutto il resto dell’Africa australe nello stesso periodo è sovrastato da un’area anticiclonica che impedisce l’afflusso di masse d’aria umida degli oceani circostanti. Al contrario, d’estate, quando in ambito continentale si instaurano condizioni di bassa pressione, le masse d’aria umida provenienti dall’oceano Indiano al seguito dell’aliseo di sud-est investono le coste orientali e la Grande Scarpata irrorandole di abbondanti precipitazioni (1 000-1500 mm). In particolare il KwaZulu-Natal gode di un clima caldo umido, che fa di questa provincia l’area più favorevole alla coltivazione di colture tropicali. Man mano che si prosegue verso l’interno le precipitazioni diminuiscono: sugli altopiani si aggirano sui 500-800 mm annui. In modo più netto si riducono proseguendo verso ovest fino a toccare i 60 mm a Port Nolloth, sull’Atlantico. Le escursioni termiche, sensibili sugli altopiani, sono alquanto contenute sulle coste.

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